Giotto behind the Mirror

in Giotto e il Novecento - Mart, Rovereto

Dal 6 dicembre 2022 al 19 marzo 2023

invito - comunicato stampa

Mi sono dedicata spesso al tema dello specchio e del riflesso, allo sdoppiamento e al rapporto che questo implica con lo spazio e l’osservatore. Lavorando per cicli tematici che raramente si concludono definitivamente, ho realizzato molti lavori basati sulla specularità, la trasparenza e il rapporto interno-esterno, in dimensioni che vanno da quelle contenute del bassorilievo fino alla conquista dello spazio abitabile. Nelle opere che vanno sotto il titolo di Look at You costruisco teche di vetro dalle superfici trasparenti solcate da figure geometriche che si riflettono su fondi specchianti, rivelando lì il loro rovescio che si mostra colorato al contrario del verso che vediamo incolore. Subito l’opera si rivela una sorta di trappola visiva che inibisce la piena visione di quello che ci darebbe da vedere. L’occhio vorrebbe superare l’ostacolo della forma galleggiante in superficie per cogliere in pieno il suo rovescio colorato, a volte luminoso, ma non può e resta in sospeso fra questa tensione bloccata e la poco gratificante attestazione del proprio volto riflesso, frammentato, nello specchio. Opere che contengono il meccanismo che le nega, questi bassorilievi, per quanto eleganti e perfettamente realizzati sul piano tecnico, per quanto sfolgoranti di colori luminescenti, o forse proprio per questo, funzionano come dispositivi disturbanti, che attirano e respingono nello stesso tempo. Trasparenze ingannevoli, specularità negate, questi e altri elementi stranianti attraversano tutta la mia opera, ma l’attenzione volta ai meccanismi che ci sottraggono ad una esperienza non alienata del mondo, espressa da questa negatività che emerge nell’opera, è solo un aspetto del suo lavoro (ispirato da un testo di Giorgio Verzotti). Quest’opera in particolare, intitolata Giotto Behind the Mirror, è naturalmente ispirata all’aspirazione, alla perfezione del Grande Maestro, alla sua magica e assoluta capacità di sintesi che supera gli schemi bizantini e anticipa i valori dell’umanesimo. Come dice Berenson, “andando oltre lo ieratismo bizantino” e mostrandoci la profondità del sentimento. La tecnica consiste in una parte argentata su cristallo molato a mano e lavorato a diamante su tutti i bordi e due tondi monocromi luminosi blu e oro che si riflettono nella parte specchiante della teca. L’uso del blu e dell’oro è un chiaro riferimento alla rivoluzione giottesca che è passata dall’infinito concettuale simboleggiato dall’oro all’infinito del blu del cielo, nella mia opera ci sono tutti e due… "come in Giotto".

Chiara Dynys, Giotto Behind the Mirror, 2022
Chiara Dynys, Giotto Behind the Mirror, 2022
Chiara Dynys, Giotto Behind the Mirror, 2022

La Blancheur

Villa Reale - Monza (MB)

opening  6 dicembre 2022

La Blancheur, la grande installazione site-specific realizzata per la Villa Reale, si inserisce nella costante ricerca da parte dell’artista di un fertile dialogo con il passato, interpretato attraverso la storia dell’arte. Per entrare in risonanza con dell’architettura del Piermarini, l’artista sceglie di confrontarsi con un altro grande artista neoclassico, Antonio Canova, e gli rende omaggio in occasione del bicentenario della nascita. Varie fotografie delle statue della gipsoteca di Possagno – scattate, scontornate e manipolate dall’artista secondo la pratica della postproduzione – vengono presentate in una sorta di “cabina del tempo”, dove si moltiplicano illusoriamente sulle superfici specchianti, amalgamandosi con il contesto. L’installazione offre un’esperienza immersiva: entrandovi, lo spettatore deve posizionarsi tra gli specchi che annullano lo spazio tempo, per apprezzare, in un candore assoluto, la metafisica del bello; quella “nobile semplicità e quieta grandezza” descritta da Winckelmann. Concentrandosi sui dettagli delle statue e giocando con l’ambiguità percettiva dei riflessi, l’artista crea uno spazio transitorio che oscilla tra storia e realtà, come metafora del classico, sempre vivo, destinato ad uno sviluppo autogenerante, quindi contemporaneo. Piuttosto che interno, quello creato dall’artista è uno spazio interiore, cognitivo ed emozionale, da lei stessa definito “sospeso in un universo di pura luce assoluta e abbacinante” .

Estratto da testo critico di Renata Cristina Mazzantini curatrice della mostra con il supporto di Angelo Crespi.

Chiara Dynys, La Blancheur
Chiara Dynys, La Blancheur
Chiara Dynys, La Blancheur

Chiara Dynys è nata a Mantova e lavora a Milano. Sin dall’inizio della sua attività, nei primi anni Novanta, ha agito su due filoni principali, entrambi riconducibili a un unico atteggiamento nei confronti del reale: identificare nel mondo e nelle forme la presenza e il senso dell’anomalia, della variante, della «soglia» che consente alla mente di passare dalla realtà umana a uno scenario quasi metafisico. Per fare questo utilizza materiali apparentemente eclettici, che vanno dalla luce al vetro, agli specchi, alla ceramica, alle fusioni, al tessuto, al video e alla fotografia. Chiara Dynys ha partecipato a numerose mostre personali e collettive in importanti musei e istituzioni culturali pubbliche e private italiane ed estere. Tra le mostre più importanti della sua lunga carriera si possono ricordare: Musee d’Art Moderne, Saint’Etienne 1992; Galerie de France 2, Parigi 1993; CIAC, Montrèal 1997; Museum Bochum, Bochum 2003; Rotonda di Via Besana, Milano 2007; Museo Carlo Bilotti - Aranciera di Villa Borghese, Rome 2008; ZKM - Museum fur Neue Kunst, Karlsruhe 2009; Archivio Centrale dello Stato, Roma 2010; Museo Poldi Pezzoli, Milano 2013; Arkhangelskoye - VII Moscow Biennale, Mosca 2017; ICAE Armenia, Erevan 2018; Museo Correr, Venezia 2019; Mattatoio Testaccio, Roma 2019. È di recente pubblicazione il testo monografico "Chiara Dynys" a cura di Giorgio Verzotti, Allemandi Editore.



Chiara Dynys, born in Mantua, currently lives and works in Milan. Since she started in the early 90s, her work has followed one main fundamental current: to identify in the world and in its different forms the presence and the meaning of an anomaly, of a variant, of a “threshold” allowing the mind to travel from human reality to a quasi metaphysical scenario.
To do this she uses seemingly eclectic materials, from light to glass, to mirrors, to ceramics and fusions but also fabric, video and photography. Chiara Dynys has had numerous solo as well group exhibitions in many important museums and cultural spaces, both public and private, throughout Italy and worldwide.Between her most important exhibitions, we can recall Musee d’Art Moderne, Saint’Etienne 1992; Galerie de France 2, Paris 1993; CIAC, Montrèal 1997; Museum Bochum, Bochum 2003; Rotonda di Via Besana, Milan 2007; Museo Carlo Bilotti - Aranciera di Villa Borghese, Rome 2008; ZKM - Museum fur Neue Kunst, Karlsruhe 2009; Archivio Centrale dello Stato, Rome 2010; Museo Poldi Pezzoli, Milan 2013; Arkhangelskoye - VII Moscow Biennale, Moscow 2017; ICAE Armenia, Erevan 2018; Museo Correr, Venezia 2019; Mattatoio Testaccio, Roma 2019. The monographic text has recently been published: Chiara Dynys, curated by Giorgio Verzotti, 2017, Allemandi Editore.






Chiara Dynys

 

 

Credits

Documents and photographies contained in this web site belong to Chiara Dynys; commercial modification, distribution, reproduction of documents and photographs or parts of them are forbidden. To loan high resolution image files of Chiara Dynys' artworks suitable for publication, please visit http://www.scalarchives.it, or write to firenze@scalarchives.com

 

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